di Antonio Gianseni - Le forze dell'ordine cinesi annunciano che nella sola giornata del 15 dicembre sono stati eseguiti ben 30mila arresti nello Guangdong per gioco d'azzardo e prostituzione. Le indagini ebbero inizio durante lo scorso febbraio, quando un giornalista della Cctv girò per i locali notturni della città registrando immagini con una telecamera nascosta. L'inchiesta condotta dal reporter nella metropoli meridionale di Dongguang fece scattare decine di retate largamente seguite dalla stampa di stato.
Le prime azioni, però, non portarono a risultati significativi, considerando che fu effettuato un ttotale di soli 67 arresti. Così, nel luglio dello stesso anno, furono varate numerose misure contro la prostituzione. Stop a sale private in centri massaggi, saune e spa e obbligo di installazione di telecamere a circuito chiuso in tutte le attività commerciali di quel genere, col dovere di conservare le riprese per trenta giorni.
La prostituzione nella regione del Guangdong - così come nel resto della Cina - è un fenomeno profondamente radicato nella società. Secondo quanto spiegato da Ye Hainan, attivista per i diritti delle lavoratrici a luci rosse, nel Paese della Città Proibita esisterebbero tre tipi di prostitute.
Ci sarebbero, infatti, coloro che devono sottostare ai peggiori di ricatti delle autorità locali, poichè non possono permettersi una protezione adeguata. Ci sono le prostitute "semilegali", che pagano mazzette ed hanno buone conoscenze in polizia, e - infine - le giovani e belle. Queste sono le prostitute che guidano costosi macchinoni, vestono griffato e hanno clienti così potenti da poter offrire loro una protezione più efficace della polizia.
Secondo dati diffusi dall'Oms (Organizzazione mondiale della sanità), in Cina ci sono sei milioni di lavoratrici del sesso, la cui attività rappresenta il 6% del pil statale, e queste si possono facilmente trovare in hotel, karaoke, bar, centri massaggi e parrucchieri.
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