Dalai Lama significa "oceano di saggezza" ed è il titolo attribuito dai sovrani mongoli a quegli esseri illuminati che hanno scelto di rinascere per poter servire l'umanità. Dunque, investito di questa importante responsabilità, Tenzin Gyatso iniziò a sei anni il proprio percorso accademico e terminò gli studi a 25 anni, sostenendo gli esami per ottenere una sorta di "Dottorato in filosofia buddhista".
A partire dal 1950, a soli quindici anni, assunse il ruolo di capo di stato e di governo del Tibet e da allora si impegnò a dialogare con la Cina, affinchè questa rispettasse un trattato che prevedeva l'autonomia e il rispetto religioso dei Tibetani. Nel '59 fu costretto a chiedere asilo politico all'India, a seguito della repressione operata dall'esercito cinese contro l'Insurrezione Nazionale tibetana a Lhasa.
Oggi, il Dalai Lama vive in un villaggio sul versante indiano delle montagne himalayane, divenuto sede del governo in esilio del Tibet, ed è ancora costantemente impegnato nella lotta in difesa dei diritti della propria gente sulla strada della non violenza.
Nel 1989 vinse il Premio Nobel per la Pace e oggi insegna i principi del Buddhismo in tutto il mondo, continuando ad incoraggiare i rifugiati tibetani nella costruzione di templi per tutelare e salvaguardare la loro cultura. Lo stile di vita del Dalai Lama è lo stesso dei monaci buddisti. Egli, infatti, vive in una piccola dimora a Dharamsala, dove ogni giorni suole svegliarsi alle 4 del mattino per meditare. Le ore antimeridiane e pomeridiane sono scandite da udienze private, cerimonie religiose e incontri amministrativi, che solo al calar del sole lasciano spazio alle ultime preghiere prima del ritiro notturno. Tra le sue frasi più famose, ricordiamo: "Non c'è oppressione che possa, alla lunga, vincere sul diritto e la giustizia".