lunedì 6 luglio 2015

Il Dalai lama compie 80 anni


di Pierpaolo De Natale - Celebra oggi i suoi 80 anni il 14esimo Dalai Lama. Tenzin Gyatso nacque nel 1935 in un villaggio del Tibet nordorientale e a soli due anni fu riconosciuto come reincarnazione del suo predecessore, il 13esimo leader spirituale tibetano.

Dalai Lama significa "oceano di saggezza" ed è il titolo attribuito dai sovrani mongoli a quegli esseri illuminati che hanno scelto di rinascere per poter servire l'umanità. Dunque, investito di questa importante responsabilità, Tenzin Gyatso iniziò a sei anni il proprio percorso accademico e terminò gli studi a 25 anni, sostenendo gli esami per ottenere una sorta di "Dottorato in filosofia buddhista".

A partire dal 1950, a soli quindici anni, assunse il ruolo di capo di stato e di governo del Tibet e da allora si impegnò a dialogare con la Cina, affinchè questa rispettasse un trattato che prevedeva l'autonomia e il rispetto religioso dei Tibetani. Nel '59 fu costretto a chiedere asilo politico all'India, a seguito della repressione operata dall'esercito cinese contro l'Insurrezione Nazionale tibetana a Lhasa.

Oggi, il Dalai Lama vive in un villaggio sul versante indiano delle montagne himalayane, divenuto sede del governo in esilio del Tibet, ed è ancora costantemente impegnato nella lotta in difesa dei diritti della propria gente sulla strada della non violenza.

Nel 1989 vinse il Premio Nobel per la Pace e oggi insegna i principi del Buddhismo in tutto il mondo, continuando ad incoraggiare i rifugiati tibetani nella costruzione di templi per tutelare e salvaguardare la loro cultura. Lo stile di vita del Dalai Lama è lo stesso dei monaci buddisti. Egli, infatti, vive in una piccola dimora a Dharamsala, dove ogni giorni suole svegliarsi alle 4 del mattino per meditare. Le ore antimeridiane e pomeridiane sono scandite da udienze private, cerimonie religiose e incontri amministrativi, che solo al calar del sole lasciano spazio alle ultime preghiere prima del ritiro notturno. Tra le sue frasi più famose, ricordiamo: "Non c'è oppressione che possa, alla lunga, vincere sul diritto e la giustizia".

India: violenze in ospedale sulle future mamme

foto: Reuters/Vivek Prakash
di Pierpaolo De Natale - “Noi trattiamo con molta più cura le nostre capre e i nostri bufali, rispetto a come loro trattano i pazienti”, sono queste le terribili parole con cui le donne tribali del villaggio indiano di Santhal, a Birbhum, descrivono il comportamento del personale sanitario nei confronti delle madri prossime al parto. I bambini in possesso di un certificato di nascita sono davvero pochi, perchè le donne preferiscono mettere al mondo i propri piccoli tra le mura domestiche, piuttosto che affidarsi alle "cure" degli ospedali.

Il governo indiano sta tentando di rendere obbligatorio il parto all'interno di cliniche ufficialmente riconosciute dallo Stato, soprattutto sotto l'occhio vigile della comunità internazionale, che come Obiettivo di sviluppo del Millennio intende ridurre a 109 donne per ogni 100mila nati il tasso di mortalità. Si ritiene che i decessi durante il parto avvengano a causa delle pessime condizioni igieniche e a seguito dell'incompetenza dell'assistenza sanitaria.

“Tutti i miei compagni del corso hanno preso a schiaffi le pazienti. È quasi un rito di passaggio”, racconta Romit, giovane medico di un ospedale di Calcutta, al Quartz. “Una volta c'era un ragazzo così timido che non perdeva mai la pazienza. Il giorno in cui ha dato il suo primo schiaffo a una paziente lo abbiamo costretto a offrirci la cena per festeggiare”. Vittime di questi abusi sono le donne appartenenti alle classi meno elevate della popolazione, poichè le famiglie d'élite hanno la fortuna permettersi onerosi ricoveri in cliniche private.

Il governo indiano, a partire dal 2005, ha intrapreso un percorso per l'istituzionalizzazione del parto e per la promozione della crescita della popolazione. Il programma messo a punto dall'esecutivo è il Janani Suraksha Yojana (JSY) e prevede l'assegnazione di compensi economici per le donne che scelgono di partorire in cliniche pubbliche. La linea di governo è stata però fortemente criticata dagli attivisti, in quanto programmi come il JSY mirano a incoraggiare le donne senza considerare i comportamenti delle equipe sanitarie. La National Health Mission ha anche dato il via a costanti ispezioni per il miglioramento della salute degli abitanti delle zone più lontane dai distratti cittadini, ma queste indagini si limitano a giudicare infrastrutture e pulizia ospedaliere e non valutano anche gli atteggiamenti del personale.

Nonostante l'alta persistenza di violenze e maltrattamenti - secondo i dati raccolti dall'Organizzazione mondiale della Sanità - il tasso di mortalità dal 1990 al 2013 è sceso da 560 a 190. 

domenica 5 luglio 2015

India: chiude pasticceria aperta dal Settecento


di Andrea Zeni - Ghantewala: è questo il nome della più famosa e antica pasticceria indiana, che ha dovuto chiudere per sempre dopo 225 anni di attività nel centro storico di New Delhi. Il locale fu aperto nel lontano 1790 all'inteno del bazar di Chandni Chowk er era indicato su tutte le guide turistiche ed enogastronomiche, soprattutto per via dei suoi deliziosi dolci al burro, i "sohan halwa". Per via della scarsità di clienti e a causa della forte concorrenza dei negozi più moderni, il Ghantewala chiude clamorosamente dopo oltre due secoli di attività e dopo che riuscì a conquistarsi il titolo di pasticceria preferita dal sultano moghul Shah Alam II, discendente del celebre Taj Mahal di Agra.

Cina costruisce pista d'atterraggio su isola contesa

foto: Ansa
di Antonio Gianseni - Secondo alcune foto aeree scattate da un satellite e diffuse dal Centre for Strategic and International Studies di Washington, la Cina avrebbe conquistato terreno sul territorio conteso con Filippine, Taiwan e Vietnam. 

Osservando le immagini catturate, pare che la Cina abbia costruito una pista d'atterraggio lunga tre chilometri proprio su una delle isole Spratili, nel Mar della Cina Meridionale. Secondo il Csis di Washington, quasi tutti gli aerei militari cinesi possono atterrare su questa nuova pista.

venerdì 3 luglio 2015

Matrimonio a Pechino per la legalizzazione delle unioni gay


di Vito Ferri - Le due protagoniste della foto sono donne cinesi che oggi hanno scelto di sposarsi a Pachino con una cerimonia informale, promuovendo la legalizzazione delle unioni omosessuali in Cina. Il matrimonio tra Li Tingting e Teresa Xu si è svolto sei giorni dopo la decisione della Corte Suprema Usa che ha legalizzato le unioni tra partner dello stesso sesso negli Stati Uniti. 


Li Tingting lotta da molto tempo in difesa dei diritti delle donne e a marzo è stata anche arrestata con altre femministe per aver organizzato iniziative pubbliche in occasione dell'8 marzo. "Abbiamo voluto fare qualcosa per sostenere i matrimoni tra persone dello stesso sesso", ha riferito Li Tingting. "Bisogna fare le cose impossibili anche se si sa che sono impossibili, perché per realizzare dei cambiamenti storici sono necessari sforzi costanti", ha aggiunto. "Tutti in Cina hanno celebrato (la decisione della Corte Suprema Usa, ndr) ma è una legge degli Stati Uniti".




credit: Ansa/AP

mercoledì 1 luglio 2015

Nagoro, il villaggio delle bambole


di Pierpaolo De Natale - Nagoro è un villaggio sperduto tra le montagne di Shikoku, una delle quattro isole maggiori del Giappone. In questo piccolo paese "vivono solo 35 persone e 150 spaventapasseri", come racconta a Reuters Tsukimi Ayano, una signora di 65 anni che ama il suo villaggio e che ha scelto di popolarlo con le proprie creazioni. 


Ayano realizza bambole di paglia da tredici anni, queste hanno grandezza naturale e sono sistemate in ogni angolo di Nagoro. È possibile trovarle passeggiando per le strade del paese, trovarle sull'uscio delle case abbandonate, nei campi, sugli alberi e persino sedute tra i banchi della scuola del villaggio, chiusa nel 2012 dopo che i suoi ultimi studenti si diplomarono.


“Per quanto mi piacerebbe che il villaggio potesse tornare a ripopolarsi, accetto il fatto che non succederà”, ha detto Ayano al The Guardian; “fra 10 o 20 anni, non ci abiterà più nessuno qui”.
 

Ayano ha costruito la sua prima bambola di paglia perchè aveva bisogno di uno spaventapasseri per il suo campo e da quel giorno non ha più smesso, realizzandone oltre 350. Molte di loro hanno le sembianze dei giovani che hanno abbandonato il villaggio in cerca di lavoro nelle città e, col tempo, sono state rovinate dall'azione degli agenti atmosferici. Per questo, Ayano le sistema periodicamente, soprattutto in occasione delle continue visite turistiche di persone che, provenienti da ogni parte del mondo, non possono fare a meno di venire ad ammirare il talento di Ayano e l'originale e suggestivo villaggio di Nagoro.









credit: Thomas Peter