martedì 7 luglio 2015

Crolla calzaturificio, 13 morti in Cina

foto: Ansa
di Andrea Zeni - Sono tredici le persone che hanno perso la vita a seguito del terribile crollo che ha colpito una fabbrica di scarpe nella provincia dello Zhejiang, a Wenling, nella Cina orientale. Il dato giunge dai media locali, i quali fanno però sapere che il cedimento dell'edificio è avvenuto lo scorso sabato.

Fortunatamente sono molte le decine di lavoratori recuperati vivi tra le macerie e subito ricoverati in ospedale. Al momento gli inquirenti stanno indagando sulle cause, ancora sconosciute, del crollo.

lunedì 6 luglio 2015

Malala lancia nuova campagna per l'alfabetizzazione



di Pierpaolo De Natale -
Malala Yousafzai - la più giovane premio Nobel della storia - ha scelto di festeggiare il suo prossimo compleanno lanciando una campagna dal titolo #booksnotbullets (armi non proiettili). "Se i soldi spesi per le armi, fossero investiti in libri, la vita di molti bambini cambierebbe", ha affermato Malala che da anni lotta in difesa dell'istruzione femminile, motivo per cui è anche stata più volte minacciata dai talebani.

Sul suo profilo Twitter, la giovane pakistana ha postato una foto che la ritrae con "Il diario di Anna Frank" tra le mani, invitando tutti a fare lo stesso in sostegno all'alfabetizzazione. "Tra pochi giorni compirò 18 anni. Questo è un momento speciale perché per la prima volta potrò dire di essere un'adulta. Quest'anno per il mio compleanno non chiedo regali e auguri. Chiedo azione", questo il messaggio scritto da Malala sul suo sito, malala.org.

Il Dalai lama compie 80 anni


di Pierpaolo De Natale - Celebra oggi i suoi 80 anni il 14esimo Dalai Lama. Tenzin Gyatso nacque nel 1935 in un villaggio del Tibet nordorientale e a soli due anni fu riconosciuto come reincarnazione del suo predecessore, il 13esimo leader spirituale tibetano.

Dalai Lama significa "oceano di saggezza" ed è il titolo attribuito dai sovrani mongoli a quegli esseri illuminati che hanno scelto di rinascere per poter servire l'umanità. Dunque, investito di questa importante responsabilità, Tenzin Gyatso iniziò a sei anni il proprio percorso accademico e terminò gli studi a 25 anni, sostenendo gli esami per ottenere una sorta di "Dottorato in filosofia buddhista".

A partire dal 1950, a soli quindici anni, assunse il ruolo di capo di stato e di governo del Tibet e da allora si impegnò a dialogare con la Cina, affinchè questa rispettasse un trattato che prevedeva l'autonomia e il rispetto religioso dei Tibetani. Nel '59 fu costretto a chiedere asilo politico all'India, a seguito della repressione operata dall'esercito cinese contro l'Insurrezione Nazionale tibetana a Lhasa.

Oggi, il Dalai Lama vive in un villaggio sul versante indiano delle montagne himalayane, divenuto sede del governo in esilio del Tibet, ed è ancora costantemente impegnato nella lotta in difesa dei diritti della propria gente sulla strada della non violenza.

Nel 1989 vinse il Premio Nobel per la Pace e oggi insegna i principi del Buddhismo in tutto il mondo, continuando ad incoraggiare i rifugiati tibetani nella costruzione di templi per tutelare e salvaguardare la loro cultura. Lo stile di vita del Dalai Lama è lo stesso dei monaci buddisti. Egli, infatti, vive in una piccola dimora a Dharamsala, dove ogni giorni suole svegliarsi alle 4 del mattino per meditare. Le ore antimeridiane e pomeridiane sono scandite da udienze private, cerimonie religiose e incontri amministrativi, che solo al calar del sole lasciano spazio alle ultime preghiere prima del ritiro notturno. Tra le sue frasi più famose, ricordiamo: "Non c'è oppressione che possa, alla lunga, vincere sul diritto e la giustizia".

India: violenze in ospedale sulle future mamme

foto: Reuters/Vivek Prakash
di Pierpaolo De Natale - “Noi trattiamo con molta più cura le nostre capre e i nostri bufali, rispetto a come loro trattano i pazienti”, sono queste le terribili parole con cui le donne tribali del villaggio indiano di Santhal, a Birbhum, descrivono il comportamento del personale sanitario nei confronti delle madri prossime al parto. I bambini in possesso di un certificato di nascita sono davvero pochi, perchè le donne preferiscono mettere al mondo i propri piccoli tra le mura domestiche, piuttosto che affidarsi alle "cure" degli ospedali.

Il governo indiano sta tentando di rendere obbligatorio il parto all'interno di cliniche ufficialmente riconosciute dallo Stato, soprattutto sotto l'occhio vigile della comunità internazionale, che come Obiettivo di sviluppo del Millennio intende ridurre a 109 donne per ogni 100mila nati il tasso di mortalità. Si ritiene che i decessi durante il parto avvengano a causa delle pessime condizioni igieniche e a seguito dell'incompetenza dell'assistenza sanitaria.

“Tutti i miei compagni del corso hanno preso a schiaffi le pazienti. È quasi un rito di passaggio”, racconta Romit, giovane medico di un ospedale di Calcutta, al Quartz. “Una volta c'era un ragazzo così timido che non perdeva mai la pazienza. Il giorno in cui ha dato il suo primo schiaffo a una paziente lo abbiamo costretto a offrirci la cena per festeggiare”. Vittime di questi abusi sono le donne appartenenti alle classi meno elevate della popolazione, poichè le famiglie d'élite hanno la fortuna permettersi onerosi ricoveri in cliniche private.

Il governo indiano, a partire dal 2005, ha intrapreso un percorso per l'istituzionalizzazione del parto e per la promozione della crescita della popolazione. Il programma messo a punto dall'esecutivo è il Janani Suraksha Yojana (JSY) e prevede l'assegnazione di compensi economici per le donne che scelgono di partorire in cliniche pubbliche. La linea di governo è stata però fortemente criticata dagli attivisti, in quanto programmi come il JSY mirano a incoraggiare le donne senza considerare i comportamenti delle equipe sanitarie. La National Health Mission ha anche dato il via a costanti ispezioni per il miglioramento della salute degli abitanti delle zone più lontane dai distratti cittadini, ma queste indagini si limitano a giudicare infrastrutture e pulizia ospedaliere e non valutano anche gli atteggiamenti del personale.

Nonostante l'alta persistenza di violenze e maltrattamenti - secondo i dati raccolti dall'Organizzazione mondiale della Sanità - il tasso di mortalità dal 1990 al 2013 è sceso da 560 a 190. 

domenica 5 luglio 2015

India: chiude pasticceria aperta dal Settecento


di Andrea Zeni - Ghantewala: è questo il nome della più famosa e antica pasticceria indiana, che ha dovuto chiudere per sempre dopo 225 anni di attività nel centro storico di New Delhi. Il locale fu aperto nel lontano 1790 all'inteno del bazar di Chandni Chowk er era indicato su tutte le guide turistiche ed enogastronomiche, soprattutto per via dei suoi deliziosi dolci al burro, i "sohan halwa". Per via della scarsità di clienti e a causa della forte concorrenza dei negozi più moderni, il Ghantewala chiude clamorosamente dopo oltre due secoli di attività e dopo che riuscì a conquistarsi il titolo di pasticceria preferita dal sultano moghul Shah Alam II, discendente del celebre Taj Mahal di Agra.