giovedì 26 febbraio 2015

Italia, allarme parrucchieri ed estetisti cinesi


di Andrea Zeni - La crisi economica colpisce tutti i settori, compresa la cura della propria immagine. Secondo quanto censito dalla Cgia di Mestre, in Italia vi sarebbero circa 3.500 imprese gestite da Cinesi che si occupano di hairsyle e makeup. Parrucchieri ed estetisti asiatici attirano sempre più clienti con i loro prezzi stracciati e fortemente competitivi, ma quanto riportato dai dermatologi ha qualcosa di sconcertante. Tinture di dubbia provenienza, smalti aggressivi e attrezzi non sterilizzati: queste alcune delle cause principali che portano a compromettere in modo significativo la salute di pelle e capelli. Il monito proviene da Fabio Rinaldi, docente alla Sorbona di Parigi e presidente dell'International Hair Research Foundation. "Saranno tre o quattro mesi - riferisce Rinaldi - che stiamo assistendo a un incremento esponenziale di pazienti che vengono da noi in studio non tanto dopo aver fatto un taglio di capelli in saloni cinesi, bensì un trattamento con cosmetici, soprattutto tinture e permanenti, riscontrando in seguito delle grosse reazioni infiammatorie: si parte da un semplice prurito o arrossamento della pelle, sintomi che comunque devono essere curati, per arrivare a infiammazioni di gran lunga più importanti. Problemi che, se trascurati, possono portare all'alopecia cicatriziale e, quindi, a patologie semi-gravi con eventuale caduta importante di capelli". "Naturalmente - precisa il dermatologo - non si deve generalizzare, ma posso quanto meno consigliare di prestare attenzione innanzitutto alle condizioni igieniche del negozio e alla preparazione del personale, per poi sincerarsi che gli attrezzi utilizzati per tagliare i capelli o sistemare le unghie siano stati opportunamente sterilizzati con gli appositi apparecchi. Altra cosa fondamentale è farsi mostrare la lista dei prodotti disponibili perché, per esempio, alcuni potrebbero non essere a norma CE (basta leggere sulla scatola) e, in questo caso, non conviene proprio usarli poiché non si sa neanche cosa contengano".

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