giovedì 7 maggio 2015

Cina: 60% acque inquinate


di Pierpaolo De Natale - Lo sviluppo industriale cinese è rapido e inarrestabile, tanto che in pochi anni il Paese della Grande Muraglia ha raggiunto e superato i profitti economici di colossi come Stati Uniti e Russia. Questa crescita però, se si è rivelata indubbiamente positiva per la salute economica della Cina, non si è dimostrata altrettanto utile per l'assetto paesaggistico del territorio, che ne ha risentito fortemente.

Dopo aver effettuato quasi 5.000 test, il governo cinese ha riferito che il 60% delle acque sotterranee dello Stato è inquinato. Dati resi noti da fonti governative nel 2013, affermano che il 78% delle acque al di sotto della pianura della Cina del Nord - pari ad oltre 410mila chilometri quadrati e con più alta densità di popolazione - non è potabile.

Esperti sanitari, infine, sostengono che il forte aumento di malati di cancro, abitanti sulle sponde del fiume Huai, sia dovuto all'inquinamento di quelle acque.

Il 16 aprile 2015 il governo ha pubblicato un piano d'azione per il controllo e la prevenzione dell'inquinamento che entro il 2020 mira a migliorare la qualità delle acque di almeno sette fiumi ed entro il 2050 l'intero ecosistema acquatico della nazione.
La spazzatura nel fiume Shenling dove gli abitanti della regione lavano i vestiti.

Lago Donghu.

Confronto tra acqua prelevata da un ruscello e acqua minerale in bottiglia.

Acque di scarico riversate nel fiume Yangtze.

Pesci morti sulle rive del fiume Fuhe.

Pescatore ricoperto di alghe nel lago Chaohu.

Lago Wuhan.

Costa ricoperta di alghe nel lago Qingdao.

Terreno e acque contaminate da una fabbrica di tinture nell'Henan.

Acque del fiume Jianhe inquinate da impianti chimici illegali.

foto: Reuters

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