mercoledì 3 maggio 2017

Europa e Asia nel calcio, tra meteore e chi ha lasciato il segno

Si parla ormai quotidianamente dell’“invasione asiatica” nel calcio europeo. Club più o meno prestigiosi acquistati da potenze cinesi o indonesiane, che cercano introiti in uno dei maggiori affari del panorama mondiale. In Italia abbiamo due esempi lampanti, entrambi a rappresentare una metropoli come Milano: l’Inter, ceduta dalla famiglia Moratti ormai già due anni fa, è stata acquistata da una cordata cinese, la Suning. Il Milan ha avuto lo stesso destino non più di due settimane fa, quando è finita l’epopea berlusconiana dopo ben 31 anni.

Ma la “contaminazione” tra i due continenti in questione in fatto di gioco del pallone ha avuto inizio più di 20 anni fa e proprio in Italia, la prima nazione europea a “pescare” a oriente. Ma partiamo dai calciatori che attualmente militano nei maggiori campionati. In serie A su tutti Honda e Nagatomo. Il nipponico del Milan, approdato dal CSKA Mosca (dunque squadra sempre europea) e arrivato tra i proclami e aspettative alte, fa panchina con addosso non un numero di maglia qualsiasi, ma bensì la numero 10. Punta di diamante in Russia, dove dettava tempi di gioco e segnava costantemente sui calci piazzati, tra le fila rossonere non è mai riuscito ad adattarsi. La sua unica funzione, di fatto, è stata portare a San Siro centinaia di suoi connazionali e vendere la sua maglia, con un business di migliaia di euro. Stesso discorso per Nagatomo, terzino dell’Inter arrivato in serie A grazie al Cesena, che lo acquistò nel 2010. Non ha quasi mai avuto fiducia dai vari mister che si sono succeduti sulla panchina nerazzurra, che lo hanno utilizzato col contagocce.

Ci spostiamo in Inghilterra dove l’asiatico degno di menzione in questo periodo è senza dubbio Heung-Min Son, attaccante ventiquattrenne sudcoreano del Tottenham che, come fanno notare gli analisti dei siti di scommesse come http://extra.bet365.it/news/it/, ha all’attivo già 12 reti in questa stagione. La Germania è “terra di conquista” da parte di calciatori orientali: nel Borussia Dortmund milita un nazionale coreano difensore centrale, Joo-Ho Park, mentre nell’Herta Berlino troviamo Genky Haraguchi, riserva in attacco.

Se diamo uno sguardo al passato, è stato il Genoa ad acquistare il primo giocatore asiatico del calcio moderno: parliamo di Kazuyoshi Miura, arrivato nel 1994 e passato alla storia del club rossoblu per aver segnato un gol nel derby contro la Sampdoria, unica rete in 20 presenze. Miura è stato il precursore della passione scoppiata nei tifosi asiatici, che hanno cominciato a invadere gli stadi italiani e non solo. Di sicuro quello che ha lasciato più traccia per il suo valore tecnico, e bei ricordi per quello umano, è Hidetoshi Nakata. Era il 1998 quando lo comprò il Perugia di Gaucci, ma è stato a Roma che ha lasciato il miglior segno. Ha indossato anche la maglia del Parma, del Bologna e della Fiorentina.


Un altro rimasto impresso nelle cronache della massima serie italiana è Shunsuke Nakamura, trequartista dallo spiccato senso del gol e micidiale sui calci piazzati, approdato alla Reggina nel 2002. Dopo una prima stagione col botto, si spense pian piano tanto da decidere di lasciare l’Italia e trasferirsi nel Celtic prima e nell’Espanyol dopo. Stessa sorte per Morimoto, che, partito bene col Catania, è finito a svernare a Dubai.

1 commenti:

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