(Ansa) |
A Fukushima, la diffusione del Covid-19 impatta anche sui piani di smantellamento della centrale nucleare, a quasi dieci anni dalla triplice catastrofe. Ad anticiparlo i media giapponesi, spiegando che la prossima fase di rimozione del magma radioattivo - la parte più delicata dell'operazione di bonifica della struttura, doveva iniziare a inizio 2021, ma l'espansione della pandemia su scala globale ha ritardato i test di sperimentazione in Inghilterra per l'impiego di un braccio robotico.
Dei tre reattori che avevano subito la fusione del nocciolo, l'operatore della centrale, la Tokyo Electric Power (Tepco), prevedeva di iniziare i lavori dall'unità numero due con la graduale estrazione di circa un grammo per volta del combustibile nucleare stoccato, per poi espandere la portata fino a diversi chili al giorno.
In base ai piani la Tepco avrebbe dovuto verificare la funzionalità del robot in agosto per poi trasferire l'attrezzatura in Giappone entro il febbraio del 2021, consentendo così l'inizio dei corsi di formazione ai suoi dipendenti. Con l'emergenza sanitaria in corso i ritardi si sono accumulati, e adesso è possibile che gran parte dei collaudi debbano essere trasferiti in Giappone. L'operazione di rimozione del magma dal reattore numero due - che contiene 237 tonnellate di materiale radioattivo - dovrebbe richiedere diversi anni secondo la Tepco.
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