sabato 25 gennaio 2014

Cina: a Hangzhou (Paradiso in Terra) il made in Salento

di Francesco Greco. LECCE – Sulle orme di Marco Polo: le imprese salentine alla conquista della Cina. Una magnifica prospettiva, sfida densa di fascino all’insegna della globalizzazione. Nel momento storico più propizio: sia perché il governo cinese favorisce gli investimenti occidentali con incentivi e agevolazioni, e sia per il vento favorevole per i brand italiani in Oriente. Il made in Italy, col suo gusto, la raffinatezza, i sapori, nelle sue infinite sfaccettature (abbigliamento, arredamento, gastronomia, ecc.), piace un sacco ai cinesi.

   Una voglia d’avventura, di misurarsi con un altro mondo, un’altra cultura, che corre da Nord a Sud. Nella stessa trincea, senza se e senza ma. Il “Parco delle Eccellenze Italiane” di Pechino (in cinese Hangzhou, da quelle parti lo chiamano il “Paradiso in Terra”) e la Confimprese Nord-Ovest (sede a Torino), ha organizzato a Racale, laboriosa cittadina del Sud Salento un incontro con le aziende locali che intendono proporsi al mercato più sconfinato della Terra (il format è uguale a quello che il 25 giugno 2013 a Canosa di Puglia, centro della Bat).

Il 'Parco delle Eccellenze Italiane' ad Hangzhou
   Hanno partecipato circa 30 piccole e medie aziende che operano nel settore dell’arredamento, dell’enogastronomia (olio,vino, pasta, sottooli), ecc. con nicchie di mercato sparse nel mondo. Il meeting si è tenuto in una sala del ristorante “L’Acchiatura” ed è stato organizzato da Pierluigi Damiani (pioniere del web-business per promuovere il made in Salento nel mondo, con alcuni portali di offerte turistiche), dalla manager leccese (è nata a Parabita) Annarita Garofalo, che gira il mondo promuovendo i prodotti salentini: attualmente è in Kenya, a Malindi, dove coordina viaggi e villaggi turistici esclusivi e si occupa di real estate (ville di lusso), il manager emergente Marco Bramato, che ha coordinato i lavori e da Carmine Gelli, presidente di Confimprese Nord-Ovest, un foggiano trapiantato a Torino esperto di internazionalizzazione delle imprese in Cina, dove vive da anni (è esperto dei meccanismi che consentono di fare business alle imprese italiane).

   “Ma è solo il primo passo  – osserva Damiani – il nostro obiettivo è portare i cinesi a conoscere il Salento: oltre alle sue eccellenze enogastronomiche, artistiche, artigianali, ecc… Stiamo preparando un’offerta turistica che include Gallipoli, Lecce, Otranto e Santa Maria di Leuca con le loro bellezze paesaggistiche, architettoniche”. Con alcuni tour-operator romani, il manager sta mettendo a punto un pacchetto di proposte, emozioni, suggestioni, con arrivo a Brindisi e ripartenza per Roma per le visite guidate.

Il logo della realtà italo-cinese
   Intanto a febbraio un nutrito gruppo di imprenditori  partirà in avanscoperta: da Milano a Shangai a da qui a Hangzhou. Una settimana full immersion per conoscere il Paese che ama il made in Italy. Il “Parco Industriale delle Eccellenze Italiane” merita la nomea di “Paradiso in Terra”. Si estende su una superficie di 400mila mq. Da Shangai e altre città metropoli dista un’ora e mezzo di auto. Si rivolge a un bacino di utenza di 100 milioni di persone. Propone edifici adibiti a uso industriale e commerciale. Si possono esporre e vendere le merci; offre inoltre un centro di design (ovviamente italiano), di produzione e scambio di materie prime, ecc.

   Promossa da Gelli (che spiega i punti-chiave affinché le imprese salentine sbarchino con successo in Cina) e la Garofalo, la Confimprese Nord-Ovest ha come obiettivo l’organizzazione e la promozione di un rapporto economico e commerciale tra i due Paesi. E’ una piattaforma stabile per la collaborazione e la comunicazione fra i due partners. E dunque, come per i cinesi, anche per i salentini l’etimologia della parola “crisi” si traduce in sfida da affrontare, opportunità da cogliere. Quando tutti vedono l’orso, in Salento scorgono il toro della ripresa e quando la Borsa fa i capricci e tutti vendono, impauriti, comprano. E prendono l’aereo per esportare la nostra bellezza sotto la Grande Muraglia.

2 commenti:

  1. Caro Francesco Greco ma è mai possibile che una rubrica che parla dell'Asia affermi che Pechino in Cina viene chiamata Hangzhou? E Beijing allora cos'è? Poi se dista un ora da Shanghai allora sicuro il parco non si trova a Pechino che minimo sono 2 ore e 30 minuti! Cmq il Parco rimane una grande opportunità speriamo se ne rendano conto in molti!

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